"Se nei Blogghe tutti fanno un copioso uso della parola IO annoiandoci con turpiloqui sulla condizione esistenziale...beh a noi ci garba facci i cazzi di vell'artri e magari facci anche du risate!"

Premesse...

Siccome in questo brogghe noi ci si vole scrive li stracazzi dell'artri e, forse, a quest'artra gente qui gli potrebbe anche dà noia...allora...s'è deciso, insieme al garante per la praivaci, di non mettici i nomi a modino, quelli di battesimo, e nemmeno i soprannomi che si capiscano più dei nomi, ma ci si inventano...così...un capisce un tubo nessuno e son contenti tutti...più o meno...



19 gennaio 2011

Shhhh tutti zitti ora.


Da quando sono nata abito nella stessa casa.

Nello stesso appartamento.

Nello stesso condominio.

Nella stessa strada.

Nello stesso quartiere della stessa città.

Anno dopo anno, le mie cellule rinnovabili si sono rinnovate utilizzando ossigeno per la vitalità cellulare.

La maggior parte di quell'ossigeno l'ho preso nella stessa casa dello stesso condominio della stessa strada dello stesso quartiere.

Silenziose le mie cellule morte sono cadute a terra, si sono alzate con il vento e sono andate a far parte della terra dove crescono le margherite bianche dei primi soli di fine inverno.

Il mio sudore estivo si è fuso insieme alla nebbia delle notti d'estate ed è ricaduto sulle macchine dalle lamiere fresche parcheggiate.

Il mio sbattere delle ciglia unito al vento estivo ha smosso le fronde dei grandi pini che riparano le case.

Ma solo ora, solo ora, mi accorgo di quanto del silenzio di questo posto io abbia assimilato.

In questo posto stanno tutti zitti, specialmente d'inverno, come stasera, tutti zitti zitti che sembra di vedere attraverso i muri le facce che muovono la bocca ma non producono suoni. Nessuno si arrabbia mai, non si sente mai nessuno che discute a voce alta, a volte qualche saluto ma sempre molto educato.

Sono tutti talmente educati e silenziosi che sembra che non ci sia nessuno.

Zitti zitti.

Tutti zitti zitti zitti.

Le finestre illuminate dalle luci bluastre delle televizioni.

Se riesci a stare sveglio di notte ti senti un dio. Il dio del silenzio. Con la bacchetta in mano puoi orchestrare con i rumori lontanissimi delle macchine sulla strada principale e il treno che passa sul ponte della ferrovia. Pochi rumori anche quelli e flebili.

E ora che son rientrata in casa, dopo aver fumato una sigaretta sul terrazzo, m'è come venuta voglia di fare rumore. Di rompere il silenzio. Di ridare voce a chi la voce l'ha persa e chissà magari fare seguaci.

Riapro la finestra.

Scurreggio.

Speriamo che qualcuno mi abbia sentito.


Buonanotte.


SI.

2 commenti:

  1. Che poesia Si! Sono preoccupato per il sig. G.: che fine ha fatto l'aspirapolvere senza orario? E le servagge notti di sesso meccanico? Forse un guasto meccanico all'aspirapolvere? Speriamo non se lo sia aspirato eh!
    Shhht!
    Vado a levà un pò di sudore dar vetro della macchina...

    Ma.

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  2. il Sig. G. purtroppo ha ceduto alla vita familiare...e la notte anche lui se ne sta in silenzio.Addormentato abbracciato alla sua aspirapolvere preferita...

    SI.

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