"Se nei Blogghe tutti fanno un copioso uso della parola IO annoiandoci con turpiloqui sulla condizione esistenziale...beh a noi ci garba facci i cazzi di vell'artri e magari facci anche du risate!"

Premesse...

Siccome in questo brogghe noi ci si vole scrive li stracazzi dell'artri e, forse, a quest'artra gente qui gli potrebbe anche dà noia...allora...s'è deciso, insieme al garante per la praivaci, di non mettici i nomi a modino, quelli di battesimo, e nemmeno i soprannomi che si capiscano più dei nomi, ma ci si inventano...così...un capisce un tubo nessuno e son contenti tutti...più o meno...



25 gennaio 2010

"Opere divine"

Un lo so se v'è mai 'apitato che quarcuno, preso dalla disperazione per le vostre incessanti ri'hieste, vi dicesse, che so: "Oh palle! dio t'ha fatto codeste belle manine?!...usale vai!".
A me mi 'apita di dillo, a chi mi sta 'ntorno, un giorno sì e l'artro anche...che siano le manine...che siano i piedini...che sia la bocchina e la linguina per chiacchierà....so fissa a 'nvoglià l'artri a fassi le 'ose per conto suo.
E mentre so qui sotto ir piumone mi 'hiedo se questo discorzo vale propio per tutto e faccio una valutazione veloce di 'ome so messa, se tutto 'uello di 'ui so stata dotata lo uso a dovere, se un spre'o nulla...
le manine me l'hanno fatte e le uso, ci fo un monte di 'ose: ci scrivo, ci rigoverno, ci ciaccio ar compiuter, mi ci scaccolo ogni tanto, mi ci gratto dove mi prude...insomma so operative;
i piedini li strauso: ci sargo e risargo quelle scale di merda a lavorà perché l'ascensore è troppo lento o troppo occupato, ci vado a sartà in palestra, ci piglio le penne quando mi cascano per l'infingardia di piegammi...via, un ho paura di sciupalli;
la linguina e organi annessi...certa gente sarebbe anche 'ontenta 'he l'usassi meno: chiacchiero de' 'azzi mia alle mi 'onquiline, de' 'azzi dell'artri a tutti men che all'interessati, rompo i 'oglioni con corbelli di 'azzate tutto ir giorno...ci mangio, ci sbadiglio, ci rido, ci sbercio, ci bevo...dé...oh allora, vi pare po'o?!
ir deretano...beh, sì...effettivamente quello lo dovrei usà un po'ino di più...ma dé, mi so attrezzata, ciò studiato per sfruttà ar meglio le su potenzialità: er kiwi la mattina, er finocchio la sera, e l'ova no che murano, le patate fanno pillo...ma d'artronde...è come volé fa andà a 180 un "sì"...più di 40 un tira, se un ti si ferma devi esse digià contenta!;
e poi c'è "lei", la passera:
ora...a legge l'urtimo post della Si. mi ci commovo anche, mi par d'esse una martire che si sacrifi'a per un mondo migliore...ma se penso invece alla fatidi'a frase "dio te la fatta...usala!"...dé...mi ci sento parecchio in corpa! Poro dio! (no, un mi so dimenti'ata punte "c"...).
Magari dé, era anche indeciso su cosa dammi...era lì lì per fammi una bella fava di 'uelle 'he se ne vedano po'he...
e poi deve avé pensato: "No! A questa 'ui gli do la topa...e ne dovrà fà bon uso!"...e invece...
Chissà come dev'esse 'ncazzato!!!...Un ci voglio penza...capace ora è lì c'offende ir su figliolo...
Ma io un è che un ci penzo eh!
Ho penzato a come potella usà in modi arternativi, ma un è funzionale...né per scrive, né per fuma 'na sigaretta...poi co sto diaccio...tirassi giù le braghe dar nulla diventa difficile!
Mammine me la sento sdrucciolà che se continuo 'osì ci sarà una rivòrta lassù...toni, furmini e detopizzazione!
Mi sveglierò una mattina triste e con la fava...ma mi'a quella che mi voleva dà all'inizio, nooo!!! Una piccina 'he un si vede nemmeno...al monito di: "Un sei stata degna della topa!Ora beccati sta favina e tientela perché un la vole nessuno!"
Addio topa, addio potere!
Ha' visto l'inculata......
Va.

24 gennaio 2010

La chiave della rivoluzione di genere.



Mi sfugge anch'ora il perchè delle mie meditazioni, mi sfugge anche di testa quando trovo certe soluzioni facili e scontate.

Io son sempre stata una di 'uelle che ir femminismo l'ha visto solo nei firme o in televisione, un l'ho vissuto perchè son troppo giovane, ma che un si sa per quale motivo me lo son assorbito nell'ossa passato si vede di generazione in generazione ner dna dalla mi bisnonna Leonilde, detta anche Frullino da quanto andava sodo a telai, che all'inizi der novecento lavorava in fabbri'a 12 ore ar giorno e faceva votà i coglioni all'omini andando a ribatte sulle 'ose che un funzionavano alla fabbri'a Pontecorvo dove ora c'è la ex Marzotto.
Poi c'è stata mi ma, 35 anni alla Piaggio, impiegata donna in mezzo all'omini, incazzata sempre con tutti e resitente alle domande scomode sulla tessera der partito comunista di su pa, ir mi nonno Dante, ner periodo dell'anni di piombo.
Poi ci sono io. E su di me c'è ancora da capi cosa farò...ma un ci voglio pensà.

Ma il punto un è quello.

Tutto è partito su una riflessione sulle parolacce, si sa io so una che le parolacce le dice e "cazzo" è una di quelle che uso di più, ma mi son anche accorta a forza di dille che tutte le 'ose dispregiative son sempre rivolte all'organi maschili "Sei un coglione" "Sei una testa di cazzo" "Ho fatto una cazzata"...etc etc...e io ho sempre pensato che fosse una derivazione di questa società fallocentrica e maschilistica e forse è sicuramente così, ma qui secondo me è anche la chiave per la rivoluzione.
Tutto ciò che riguarda la passera è positivo "E' una figata!!!", "Figo!"....E allora Passera positive power!!!
E poi tutti vogliono la passera, la pubblicità in televisione è piena di fie che ti fanno crede che te la danno, puppe e culi da tutte le parti..io mi di'o, e un l'ho detto solo io, la passera è l'uni'a 'osa ar mondo che è positiva e che fa girà l'economia e che forse potrebbe risollevacci da questa crisi di inizio se'olo. Ma non vendendola o usandola come hanno fatto quelle scemine che l'hanno data a berlusconi o che hanno ciucciato cazzi a presidenti ministri e assessori, NOOOOOOOOOOOOOO, il trucco seondo me è sacrifi'assi a un dalla più, sottomette l'omo negandoli la passera, prendendo il potere con la negazione di un bene così prezioso. Smette di sta al servizio dell'omo e de su desideri , mettisi tutte d'accordo e chiude le porte, levà le immagini, un parlanne più nemmeno.
E allora vedrai che lavori, dopo gia due mesi che l'omo un trova una passera nemmeno a pagalla, che un si sovviene nemmeno più su com'è fatta, sfinito dalle seghe su ri'ordi lontani, noi si pò ricatta, salendo a livelli alti di potere, entrando nelle multinazionali e chiedendo a quei signoroni di smettila di fa girà ir mondo a questo modo, di fa cambia l'economia, fini le guerre e, secondo me, a quer punto basterebbe anche solo fagliela vedè per risolve la fame in africa.

L'uni'o problema in cui si potrebbe incorre è che tra qualche anno forse inizieranno a di "ho fatto una topata"... e non è bello...


Si.

Mi ri'ordo d'un ri'ordo

Ha' voglia di star lì a scervellatti, quando una ‘osa un ti vole venì a mente un c’è versi. Puoi provà a concentratti, a ripercorre tutti i pensieri a ritroso, aspettà che un’associazione ti smova i neuroni… niente, dentro ‘r cervello un deserto che par d’esse alla stazione di Pontedera ‘r quindici d’agosto.

Se poi la ‘osa che un ti riordi è un pensiero di ‘uelli scabri e essenziali, così rivelatore che penzi d’avè capito ‘r senso dell’esistenza, un’intuizione su come funziona ‘r mondo e allo stesso tempo la soluzione definitiva a millenni di spe’ulazioni filosofi’he, quando t’accorgi di non riordà più niente ti monta un nervoso da batte ‘rcapo nelli spigoli.

E penzà che fino a pòo prima avevi in mano le chiavi segrete der mondo.

Sarebbe bastato prende un foglio e scrive, ma invece no! Ero sotto le ‘operte ,ar buio e coll’occhi strinti, e il freddo mi teneva prigioniero di ‘uella parte di lenzòlo riscardata: ogni minimo spostamento voleva dì trovà quel ghiacchio marmato che per conduzione ti fa venì la ciccia di gallina e la bestemmia facile, accidenti a’ pigri.

Lo sapevo che mi sarei scordato tutto, lo sapevo ma niente, ho preferito sta' bene e al carduccio piuttosto che patì du’ menuti e godè per il resto dell’esistenza: con le ‘operte fino all’occhi penzavo ar domani, a come tutto sarebbe stato più facile.

Un lo gestisci mia ‘r cevello, specie ar buio sotto le ‘operte. O cosa ci voleva a trasferì ‘r pensiero nella memoria a lungo termine, saranno si e no quarche centimetro, accidenti a’ pigri. Invece la mattina ti svegli e ti riòrdi delle cazzate della sera prima, che un c’hai i soldi nel telefono per avvertì che farai tardi, che se prendi i pantaloni e un fai a modo ti cascano tutti li spiccioli per la terra, ti riòrdi che t’ha detto quello e cosa ha fatto quell’artro la sera prima, ti riòrdi delle ‘ose di quell’artri e der tù pensiero stupendo un c’è più traccia. Mi sa che ‘r mi ippocampo, che s’occupa di selezionà tutte le informazioni da trasferì nel nostro archivio dentro ar ceppione, c’ha un debole per i cazzi di vell’artri. Capace che du’ mesi e mezzo di FB m’hanno rammollito quarcosa nell’encefalo.

Mi dispiace anche per voi, perché l’intuizione era di ‘arattere universale, ma un c’è versi.


Per la verità c’ho provato a far qualcosa, a mette un promemoria per il giorno dopo: spostando solo la mano per un sentì ir ghiaccio intorno a me, mi son messo le mutande a uso segnalibro. Mi son svegliato con la testa vòta e la luna di traverso.

Ma.

21 gennaio 2010

Te lo leggo nell'occhi

Ci dev’esse una regola matematica che stabilisce che il numero d’abitanti d’un paese e la ‘apacità di questi di non fassi i cazzi sua, son du’ valori inversamente proporzionali tra loro. Se poi uno ingrandisce ‘r tutto come su google map fino a vedè i quartieri e le vie, scopre microcosmi di genti che, pur di di’ quarcosa su quarcun artro, s’attaccano propio a tutto.

Un son qui per vendi’ammi, tranquilli, a queste persone che s’attaccavano a tutto ora di’o attaccatevi alla fava… e siamo pari ‘osì.

C'ho l’ occhiaie da quando son nato.

Interessa? Infatti... non ve ne frega una sega nulla. O vallo a dì a quella masnada di personaggi che stava nella mi’ via.. A loro interessava eccome!

Binbo, ma te dormi la notte? Bada ‘he pesche”.

Ero piccino e capivo poo ma qualche domanda principiavo a fammela, principiavo a scoprì che tutto vello ‘he mi succedeva ‘ntorno era regolato dalle leggi della natura. Così contavo l’ore di sonno e le relazionavo all’intensità dell’occhiaie cercando di trovacci una costante K.

“Binbo fa male fassi le seghine, bada ‘he pesche”.

Le seghine? L’ho imparato quella vorta lì cos’erano le seghine, un sò se mi spiego… anche se un par d’anni dopo ci davo parecchio dentro.

“Binbo vacci piano con li spinelli, bada ‘he pesche”

Un par d’anni dopo mi credevo d’esse Bob Marley e Peter Tosh messi insieme da tanto 'he mi sfondavo di 'annoni.

Nemmeno Nostradamus era riuscito a azzeccacci come i mi vicini di 'asa, menomale un m’hanno mai chiesto se avessi preso du’ puntate ner muso. Resta ‘r fatto che per dell’anni, tutte le vorte ‘he passavo dalla mi’ via, camminavo veloce e guardavo sempre per la terra dalla paura.

La paura di sapè ‘r futuro.

Ma io quell’occhiaie ce l’avevo ar naturale.

Come ‘r tonno della coop.


Ma. (che è la firma e non un commento dubbioso)

20 gennaio 2010

Sfavo?




Argomento ostico, come non affrontallo?
Come non affrontà l'apoteosi di chi si fa i cazzidivellartri?
Come non affrontare il mio recente secondo suicidio virtuale?

Per tutti FacEBooK

E allora mi chiedo, ma è possibile che io mi debba sfavà con gente che non vedo e non frequento, è possibile che debba passà ir mi tempo a scaccolà nelle foto felici dell'altri mentre viaggianofesteggianosposanofigliano, è possibile che debba legge le frasette tipo "che palle il lavoro, giornataccia, piove, mi prude ir culo...etc etc".
Io, ovvio, mi sento una merda, io che la domenica d'estate vado mezza giornata al mare a marina di pisa, io che non organizzo party, io che non faccio teatro, non canto, non disegno, non mimo, non faccio politica ne sport e che non ho amici fighi e che ancora coltivo il senso del pudore ottocentesco per la mia immagine e per la mia intimità. Io.

E allora ci vorrebbe davvero da esse ribelli e usa quel cazzo di marchingegno Fb in un modo che possa soddisfà le esigenze nascoste, tipo commentà le foto con quello che davvero si pensa tipo "boia come fai stronzolà in questa foto vi! " oppure "certo in questa foto angolata a dismisura sembri quasi decente, peccato che dar vivo fai caa...", "certo fai tanto il cencioso però i sordi per andà in vacanza in Perù ce l'hai..". Oppure andassene in giro a fotografà gli schiappi dei culi di chi s'acchina per strada o mètte dieci centesimi in terra sul corso e poi scrive chi l'ha raccattati...deh.

Non esistono true story su Fb, a parte quelle favolose del Bernacchi...esistono solo altre vite finte, solo il pepetuare della finzione che già siamo costretti a subire.
E allora quanto si può esse rivoluzionari quando ci siamo tutti omologati a esse quattro foto e tre cazzate?Quando nessuno ascolta più nessuno, quando lanciamo messaggi a un popolo di sordi, quando magari c'hai quattrocento amici Fb e ti giri per strada e nessuno ti sorride...
Come cazzo si po continuà?
Tralasciando un facile moralismo retorico e ahimè ormai poetico, io mi dico che il suono delle parole vale mille, che gli imbarazzi e gli sguardi ne valgono tremila, che mi suicido nel virtuale per esse più viva ( ma anche più morta) nella realtà, se una realtà condivisa esiste ancora e se non c'è me la rinvento come mi pare e piace a me...
Perchè a me sta politica der tutto facile e tutto bello e tutti vip mi fa rivortà lo stomaco, e a sentimmi i piedi sprofonda nella mota io mi dimeno, magari vo più giù, ma mi dimeno.

Per chi lo desidera apro un gruppo di autoaiuto per chi decide di suicidarsi virtualmente e vuole condividere l'esperienza....

Perchè a volte anche con il massimo convincemento...senza fb come cazzo faccio a farmi i cazzidivellartri??????????????????????


Si.