Ir ciu'o è da tempi de tempi una bestia sottovalutata.
Quante vòrte da bimbetti, e quant' artre da grandi, v'avranno detto: "Oh, nini! se' duro come un ciu'o"...quante vòrte a scuola la maestra v'avrà sberciato dietro: "Si scrive coll'H! popo' di ciu'o!".
Lo scomodare di 'ontinuo la bestia in questione per sottolineà la sua, e inzieme la vostra, rigidità di 'omprendonio, è d'uso comune.
Ma vi séte ma' 'iesti se quest'abuso linguisti'o fosse arméno giustifi'ato nella sostanza?!
Perché se uno sta a guardà, la "durezza" sbandierata sarebbe in realtà "cocciutaggine", che non sottintende propio per nulla l'incapacità a apprendé, anzi!
Magari i ciu'i c'avranno sempre avuto po'a voglia di lavorà e tanta voglia di fassi i cazzi sua.
Arzi la mano chi un si definirebbe tale...
Se poi si vòle scende ne' parti'olari 'ognitivi, ir ciu'o non solo apprende ma è anche di morto più svèrto di tanta gente 'he conosco io.
E' risaputo di 'ome si ri'ordi delle bu'e ner terreno di strade percorse, soprattutto dove ci s'è fatto male, e di 'ome le scanzi alla svèrta e con maestria se ci deve ripassà.
L'esperienza inzegna.
Prati'a per nulla banale, quella d'imparà dall'esperienza, quando si 'iacchera dell'esseri detti "pensanti".
Di fatti è, oserei dì, croni'o nell'omo e nella donna di ri'ascà nelle bu'e della vita più e più vòrte, spesso anche nella stessa.
E tutte le vòrte fassi male nello stesso punto o in punti diverzi, ma sempre di male si tratta.
E' qui che entra in gi'o ir Diavolo.
Ir Diavolo è ciò che differenzia l'omo e 'r ciu'o.
Perché l'anti-dio per eccellenza (<--specifi'o. perché se no in tanti si potrebbero sentì tirati in causa), non va certo a perde tempo co' una bestia che nella su vita c'ha artro che da portà pesi e che 'r peggio che gli pòle succede è di rompisi 'na gamba a camminà tra le zolle e i sassi...
Volete mètte la soddisfazione d'impossessassi dell'elemento "omo", con tutte le su' variabili quotidiane, coll'insidie relazionali e i casini cerebrali?!
No, un c'è gara.
Ed ecco che l'Antiddio insinua la perseveranza nell'errore.
Tradotto in termini pratici: ir vedé la bu'a, pensà ar male che ti se' fatto a cascacci, guardatti gli sbucci'hi e...ributtattici colla rincorsa.
Ecco.
Perseverare è diaboli'o.
dio m'ha fatto un po' bestia. E so contenta. Perché persevero, ma mètto le mani avanti, quindi posso assolutamente affermare dopo un'attenta analisi che:
so impossessata, ma arméno un ho un disturbo dell'apprendimento.
...speriamo...
Va.
24 ottobre 2010
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signorina Va.
RispondiEliminail tema è svolto molto bene, con un buon uso della lingua toscana che come vedo non ha assolutamente perso.La teoria è ahimè assai vera...e di bernoccoli gonfi in capo eh ce ne voglian sempre diversi prima di capi e esclama: bah guarda te!
bentornata
e spero che sia stato terapeutico...cioè te ne dovresti esse accorta se dopo avè scritto questo post hai tirato una curreggia sonora...
Ti amo
Si.
"Ir ciu'o non solo apprende ma è anche di morto più svèrto di tanta gente 'he conosco io".
RispondiEliminaScusa Va, m'avevano detto 'he c'era un ciuo che volava e ero fòri a cercà d'avvistallo. Comunque ottima la trovata der ciuo per arrivà a condizioni esistenziali universali.. ma la voglia der ciuo? vogliamo parlanne? Visto che ormai s'è scomodato...
Via, vado fòri a vedé se tante vòrte ripassasse..
Ma.