"Se nei Blogghe tutti fanno un copioso uso della parola IO annoiandoci con turpiloqui sulla condizione esistenziale...beh a noi ci garba facci i cazzi di vell'artri e magari facci anche du risate!"

Premesse...

Siccome in questo brogghe noi ci si vole scrive li stracazzi dell'artri e, forse, a quest'artra gente qui gli potrebbe anche dà noia...allora...s'è deciso, insieme al garante per la praivaci, di non mettici i nomi a modino, quelli di battesimo, e nemmeno i soprannomi che si capiscano più dei nomi, ma ci si inventano...così...un capisce un tubo nessuno e son contenti tutti...più o meno...



24 ottobre 2010

Rosso di sera...

Ir ciu'o è da tempi de tempi una bestia sottovalutata.
Quante vòrte da bimbetti, e quant' artre da grandi, v'avranno detto: "Oh, nini! se' duro come un ciu'o"...quante vòrte a scuola la maestra v'avrà sberciato dietro: "Si scrive coll'H! popo' di ciu'o!".
Lo scomodare di 'ontinuo la bestia in questione per sottolineà la sua, e inzieme la vostra, rigidità di 'omprendonio, è d'uso comune.
Ma vi séte ma' 'iesti se quest'abuso linguisti'o fosse arméno giustifi'ato nella sostanza?!
Perché se uno sta a guardà, la "durezza" sbandierata sarebbe in realtà "cocciutaggine", che non sottintende propio per nulla l'incapacità a apprendé, anzi!
Magari i ciu'i c'avranno sempre avuto po'a voglia di lavorà e tanta voglia di fassi i cazzi sua.
Arzi la mano chi un si definirebbe tale...
Se poi si vòle scende ne' parti'olari 'ognitivi, ir ciu'o non solo apprende ma è anche di morto più svèrto di tanta gente 'he conosco io.
E' risaputo di 'ome si ri'ordi delle bu'e ner terreno di strade percorse, soprattutto dove ci s'è fatto male, e di 'ome le scanzi alla svèrta e con maestria se ci deve ripassà.

L'esperienza inzegna.

Prati'a per nulla banale, quella d'imparà dall'esperienza, quando si 'iacchera dell'esseri detti "pensanti".
Di fatti è, oserei dì, croni'o nell'omo e nella donna di ri'ascà nelle bu'e della vita più e più vòrte, spesso anche nella stessa.
E tutte le vòrte fassi male nello stesso punto o in punti diverzi, ma sempre di male si tratta.
E' qui che entra in gi'o ir Diavolo.
Ir Diavolo è ciò che differenzia l'omo e 'r ciu'o.
Perché l'anti-dio per eccellenza (<--specifi'o. perché se no in tanti si potrebbero sentì tirati in causa), non va certo a perde tempo co' una bestia che nella su vita c'ha artro che da portà pesi e che 'r peggio che gli pòle succede è di rompisi 'na gamba a camminà tra le zolle e i sassi...
Volete mètte la soddisfazione d'impossessassi dell'elemento "omo", con tutte le su' variabili quotidiane, coll'insidie relazionali e i casini cerebrali?!
No, un c'è gara.
Ed ecco che l'Antiddio insinua la perseveranza nell'errore.
Tradotto in termini pratici: ir vedé la bu'a, pensà ar male che ti se' fatto a cascacci, guardatti gli sbucci'hi e...ributtattici colla rincorsa.
Ecco.

Perseverare è diaboli'o.

dio m'ha fatto un po' bestia. E so contenta. Perché persevero, ma mètto le mani avanti, quindi posso assolutamente affermare dopo un'attenta analisi che:
so impossessata, ma arméno un ho un disturbo dell'apprendimento.

...speriamo...

Va.

2 commenti:

  1. signorina Va.
    il tema è svolto molto bene, con un buon uso della lingua toscana che come vedo non ha assolutamente perso.La teoria è ahimè assai vera...e di bernoccoli gonfi in capo eh ce ne voglian sempre diversi prima di capi e esclama: bah guarda te!
    bentornata

    e spero che sia stato terapeutico...cioè te ne dovresti esse accorta se dopo avè scritto questo post hai tirato una curreggia sonora...

    Ti amo

    Si.

    RispondiElimina
  2. "Ir ciu'o non solo apprende ma è anche di morto più svèrto di tanta gente 'he conosco io".

    Scusa Va, m'avevano detto 'he c'era un ciuo che volava e ero fòri a cercà d'avvistallo. Comunque ottima la trovata der ciuo per arrivà a condizioni esistenziali universali.. ma la voglia der ciuo? vogliamo parlanne? Visto che ormai s'è scomodato...
    Via, vado fòri a vedé se tante vòrte ripassasse..
    Ma.

    RispondiElimina