"Se nei Blogghe tutti fanno un copioso uso della parola IO annoiandoci con turpiloqui sulla condizione esistenziale...beh a noi ci garba facci i cazzi di vell'artri e magari facci anche du risate!"

Premesse...

Siccome in questo brogghe noi ci si vole scrive li stracazzi dell'artri e, forse, a quest'artra gente qui gli potrebbe anche dà noia...allora...s'è deciso, insieme al garante per la praivaci, di non mettici i nomi a modino, quelli di battesimo, e nemmeno i soprannomi che si capiscano più dei nomi, ma ci si inventano...così...un capisce un tubo nessuno e son contenti tutti...più o meno...



23 aprile 2010

Intervista (self centred post)


Oh, ma l’avete letta l’intervista? come quale? quella sur Manifesto… via, lo sapevo, ve la ri’opio io ‘ui sotto allora…

Abbiamo incontrato Ma, blogger insieme alla Si ed alla Va, de I Cazzi Di Vell’Artri (uno dei blog oggi più seguiti n.d.r), davanti ad un ponche al tavolino di un circolo della provincia pisana.

Ormai non si fa che parlare del blog e delle considerazioni di Va, Si e Ma, come spiega questo successo rapido ed innegabile?

"Un lo so, i cazzi di vell'artri garbano, è risaputo no?"

Sia dai contenuti, sia dagli esperimenti stilistici che aprono verso il basso come, ad esempio, l’uso del dialetto pisano, si denota una connotazione ideologica marcata in senso socialista che però non giunge mai ad una visione articolata filosoficamente e politicamente. Si fa riferimento insomma a concetti piuttosto generici di fratellanza e di giustizia fra gli uomini che una certa critica di destra non ha esitato a definire populista

Ah si? Che vengano a dimmelo sur ghigno!

Una delle caratteristiche di molti post del blog è il recupero di un’attenzione alla realtà e alla vita concreta, lo dimostra la scelta dei temi…

Si

Ma, Si e Va trattano temi che sono attinti alla quotidianità: l’attenzione è rivolta all’interiorità, ma non per questo viene reciso il legame con la realtà esterna, con la provincia che resta la stessa ovunque, che si tratti di quella pisana o quella brianzola.

….

Alla drammatica ironia dei fatti narrati si accompagna, nei racconti, la riflessione sociologico-filosofica sul ruolo stesso della letteratura che sembra essere per Lei come una nuova completezza, un qualcosa che ristabilisca su basi nuove uno stato di armonia con se stesso e con gli altri

Si, proprio così come ha detto lei, …se stesso e con gli altri

Probabilmente ciò è dovuto al fatto che molte delle storie portano a maturare nell’animo del lettore la consapevolezza rassegnata che la realtà e la vita vanno accettate per quel che sono, e questo crea conflitto, portando a percepire che il fluire del tempo e degli eventi vanno guardati con distacco nella paziente attesa di ciò che verrà

Guardi, m’ha torto le parole di bocca

Continuare l’intervista con Va e Si non sarebbe più onesto? Intellettualmente parlando intendo. La loro visione critica e disincantata...

Dé, chiappale! se le vede me le saluti

Quanto ci sia di vero e quanto invece sia finzione letteraria, soprattutto in riferimento alle vicende cinico-grottesche di Imo, è la domanda più frequente che il lettore si pone

Ma! Un l’ho mai misurato, diciamo ‘he c’è più vero ‘he farzo

In molti riscontrano contaminazioni che spaziano dalla poetica montaliana all'umorismo pirandelliano e poi dritti dentro al neorealismo fino ad arrivare alla filosofia di Battiato e Sgalambro

"I gatti mézzi 'ndove li lascia?"

Qualche anticipazione per i lettori de Il Manifesto

Dopo vedrai vado su Pisa... via giù, dopo ‘r terzo ponche un son cose ‘he si chiedano!

Il Manifesto (Ma.)

6 aprile 2010

Metasufficienza

Bimbi, questo è uno sfogo.
Ve lo di'o, così ner caso quarched'uno decidesse che un gniene pò frega di meno, une sta nemmeno a legge.
Ho realizzato dopo anni e anni di vita, più o meno vissuta a dovere, d'esse assolutamente AUTOSUFFICIENTE a me stessa.
InZomma...parliamone!
Con me ci sto propio bene. Ti pare po'o???
Ci chiacchiero senza dammi noia all'orecchi, un c'ho nemmeno da spiegammi troppo perché capisco ar volo, mi do sempre ragione o se mi 'apita d'ave quarche dubbio basta ragionanne un attimo che mi si dissipano tutti...molto più facirmente di tante "pete fetenti" (no, tanto pe' fa capì).
Mi 'onosco.
So quando lasciammi sta o quando tentà l'approccio...so quando ci posso tirà fòri quarcosa di bono o quando un è ir caso, tanto un arriverei nemmeno all'uscio.
So cosa mi fa sta bene e so cosa invece devo evità perché potenzialmente peri'oloso...certo...le 'azzate le fo anch'io...ma sempre ponderate e su misura. Roba che appena me n'accorgo...mi basta dì "brava fava"...e torna tutto 'ome prima.
E allora la domanda sorge spontanea...
Per quale oscuro motivo mi devo trovà, PER FORZA, quarcuno che pretende di stammi accanto e che invece destabilizza cotanto equilibrio?!?
ESATTO!!!!
Non c'è motivo.
Per cui...sì, lo ammetto, so stinfia e rompicazzo, pignola e pretenziosa...
magari con questi presupposti nemmeno troverò mai quarcuno che mi stia bene in mano, ma m'importa una bella sega, io intanto ci so e è difficile 'he m'allontani!!!
Un esisterà nemmeno chi è in grado di arricchì il mi senso d'autosufficienza, un lo so!
Ma ner frattempo, di si'uro, un ho intenzione d'accontentammi...MI BASTO E M'AVANZO.

Va.

(mi ci vorrebbe la faccina di msn col sopracciglio alzato per rende meglio il tutto...dé immaginatevela e un rompete la fava)