30 agosto 2011
Testimonianze di eremitismi ascetici
Io, Si., nell'ultimo periodo mi sto dedicando a progetti parecchio impegnativi che un mi danno il tempo per sta qui a tirà cazzate.
Struggete eh per sapè qualcosa eh...
Via... se lo volete sapè vi faccio una lista di 'osa sto facendo, però poi un venitemi a di che mi vanto delle mi 'ose...
1 Contemplazione del meteo
2 Ozio dinamico (ovvero dal divano al letto e viceversa e al limite mi spingo alle panchine sotto 'asa mia che c'è sempre aria)
3 Pesca al niente con tanto di licenza del ministero delle politiche agricole
4 Rimandi di date
5 un me lo ri'ordo più.
6 ah si..me lo son ri'ordato. Stiamo mettendo su un gruppo di spettacoli di strada che si chiamerà Agua Marcia, per ora siamo in tre e il numero forte è un numero acrobati'o fatto co moci che ci si pulisce in terra, ma anche il numero dei piedi in ammollo per ammorbidì i calli un è punto malaccio. Poi vi faccio sapè le date.
Ora devo andà a dormi.
E continuo a domandarmi come abbia fatto quell'omino in Abruzzo a accorgersi che s'era toscani...non me lo riesco proprio a spiegà.
Un augurio di cuore per il vostro straziante e disperato rientro alla realtà post-vacanza.
Sogghigno.
Ciao.
Si.
27 febbraio 2011
Sedute.
Iniziata la facoltà di psicologia a Firenze mi resi conto da subito che la psicoanalisi e Freud a loro non interessavano, erano tutti cognivisti, gestaltisti, comportamentisti ma di sicuro non psicoanalisti...e allora fine con Firenze, e inizio a Pisa, filosofia, dove ho seguito tutti i corsi possibili e dove ho continuato a leggere Freud, Jung, Klein, Winnicott prendendo tutti i libri nello scomparto psiconalisi della biblioteca..
Piano piano, però, il sogno della psicoanalisi è diventato sempre più fioco e lontano a causa di certe leggi che impediscono di esercitare se non sei o psicologo o medico... La passione è tuttavia rimasta e buttare via tutto questo sapere mi sembrava poco ecologico e così un giorno per caso la soluzione per poterlo riciclare è arrivata a me.
Faccio la psicoanalista dei cani.
Dei cani si, quelli pelosi a quattro zampe.
Io avevo bisogno di loro e loro di me.
Sono esseri superiori e non vengono trattati nel modo giusto, per questa ragione soffrono spesso di disturbi nevrotici.
Per condividere questa mia esperienza con il pubblico lettore, vi metto qua una trascrizione di una seduta avuta con R. in data 20 febbraio 2011.
R. otto anni. meticcio. R. entra. Saluta cordiale e si mette comodo. All'apparenza sembra sereno. Tendenzialmente accondiscendente per educazione. Domando a R. come si sente.
R: "...mi sento piuttosto bene,anche se continuo ad avere quei momenti...sempre più rari da quando sono iniziate le sedute con lei...ma beh...(pausa)...ogni tanto ancora arrivano..."
R. era venuto a un primo incontro con me lamentando un forte senso di frustrazione che spesso sfociava in momenti di sconforto vero e proprio dove l'unico rimedio per sentirsi meglio è leccarsi continuamente le zampe fino a procurarsi delle ferite sanguinanti.
R: "...sa dottoressa pochi giorni fa non riuscivo a smettere di pensare al senso della mia vita, a quanto mi piacerebbe cambiarla, ma a come sia difficile poterlo fare...parlare con gli altri miei simili mi mette di buon umore, come anche incontrare le femmine...ma non basta più. O meglio non riesco a farmelo bastare come facevo quando ero più giovane, quando ancora le esperienze erano nuove e le emozioni fortie il senso di condivisione, potevano distrarmi..."
R. tenta di leccarsi le zampe. Se ne accorge e subito si ricompone riniziando a parlare.Questa volta molto preoccupato.
"...cerco di essere sempre allegro, di portarlo fuori, cerco il legnetto giusto nell'erba, glielo porto, lui me lo tira, io lo vado a prendere. Questo per almeno due o tre volte. Mi faccio lavare i denti, spazzolare il pelo...mangio anche con finta gioia le crocchette che ha comprato caro prezzo. Cerco di renderlo felice....ma non so se posso resistere ancora per molto...
Prima mi sembrava normale, mi sentivo fiero di riuscire a vivere in questo modo. Ora no. I sensi di colpa mi attanagliano..."
R. scodinzola nervoso, si alza e comincia a camminare nervosamente guardando la porta.
"...dottoressa, io non ce la faccio...ehm ora poi che ha preso la fissa a rincorrermi per il prato, per vedere sa...ehm...dove faccio i miei bisogni...e poi ehm..scusi l'imbarazzo...mi segue...e e e...raccoglie la mia cacca da terraaa!
Lei non ci crederà... la raccoglie e la mette in un sacchettino...lui che non prenderebbe mai la sua cacca in mano, che tira lo sciacquone a metà per non sentirne il cattivo odore...raccoglie la mia caccaaaaa! beh no dottoressa questo è troppo..."
R. guaisce. Cerco di calmarlo...si risiede.
"... dottoressa io capisco tutto, e forse posso passare sopra alla storia del sacchettino, ma continuare a sentire gli umani dire che il cane è il migliore amico dell'uomo...beh mi sembra proprio una offesa, non tanto ai cani, ma alla tanto elogiata intelligenza dell'uomo, che non riesce a capire che noi cani stiamo con loro solo perchè è impossibile trovare in natura un altro cretino del genere che ci fa fare la bella vita chiedendo in cambio solo di non contraddire la massima che il CANE è IL MIGLIOR AMICO DELL'UOMO....quando in realtà è piuttosto vero il contrario..."
Parliamo ancora, per il poco tempo che ci rimane, la seduta è finita. Prendiamo appuntamento per la settimana prossima. Anche se sono convinta che, vista l'enorme capacità di analisi, R. riuscirà a autocurarsi da solo.
Si.
12 febbraio 2011
TURBOLENZE
Si avvisano i gentili passeggeri del volo interplanetario per Marte che stiamo per attraversare una turbolenza di forte intensità, si prega quindi di allacciare le cinture di sicurezza.
In caso di necessità l'alloggiamento che contiene le maschere per l'ossigeno si aprirà automaticamente.
Si ricorda inoltre che nella tasca della poltrona davanti a Voi troverete il cartoncino illustrativo con le norme di sicurezza.
Vi invitiamo a prenderne visione attentamente.
plin plon
VAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA FFFFFFAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA NNNN CUUUUUUUUU LOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
VAFFANCULOOOO A TUTTI VAFFANCULO A CHI HO SALVATO IL CULO E MANCO SE NE E' ACCORTO VAFFANCULOOOO A QUELLI CHE MI HANNO GIURATO AMORE ETERNO E ORA POTREI ESSERE MORTA E NON GLIENE FREGA UN CAZZO VAFFANCULOOOO A TUTTE LE ZECCHE CHE MI HANNO PROSCIUGATO IL SANGUE CON I LORO CAZZO DI PROBLEMI SPACCIANDO IL LORO EGOISMO PER AMORE VAFFANCULO A MI HA SPACCATO L'ESISTENZA FACENDOMI SENTIRE PERSEGUITATA VAFFANCULOOOO A CHI MI HA VOLUTO SOLO SCOPARE VAFFANCULO AI DISONESTI E AI TRADITORI VAFFANCULO A CHI HA CALPESTATO I MIEI SENTIMENTI USANDOLI PER RIEMPIRE IL TEMPO D'ATTESA TRA UNA FIDANZATA E UN'ALTRA VAFFANCULO A CHI GIOCA SPORCO E SI GIUSTIFICA IN SEIMILA MODI DIVERSI VAFFANCULO A CHI NON ASCOLTA E POI DICE ANCHE DI AVER CAPITO VAFFANCULO ANCHE A ME CHE NON CAPISCO MAI UN CAZZOOOOOOOOOO
plin plon
Avvertiamo i gentili passeggeri che abbiamo superato con successo la forte turbolenza di vuoto cosmico interspaziale vi inVItiamo ora ad aprire i tavolinetti ed attendere che gli assistenti di volo VI consegnino il vostro pasto.
L'arrivo sul pianeta Marte è previsto alle 10 e 30 ora terrestre, la temperatura al suolo è di circa meno 140° C.
Lieti di avervi ospitati su la SILVIA BRUNI SPACE AIR LINES.
Buona permanenza sul pianeta rosso.
Si.
P.s: per chi si sente offeso dalle turbolenze per qualunque reclamo sa dove trovarmi.
8 febbraio 2011
Renditi conto
Conto le volte che questa mattina ho fatto suonare la sveglia
conto le ore che dormo
che se non sono dieci sicuro che durante il giorno ho di nuovo sonno
Conto le sigarette fumate prima di pranzo
e so gia che se sono più di quattro sarà una giornata di merda
Non tengo il conto dei soldi che non ho
e ne spendo sempre troppi
e sono sempre senza
Faccio uno strano conto
la notte per addormentarmi
100 meno 3 più 8 diviso 2 e vado in serie fino a zero
la mia ninna nanna
Non ho un conto in banca
e l'ultima volta che ce l'ho avuto
ho dovuto chiuderlo perchè le spese di gestione superavano le entrate
Le persone che contano nella mia vita
le conto sulle dita delle mani
Faccio la conta per scegliere quale vestito mettermi
canticchio
ponteponente tappe tappe rugia...
Al ristorante non chiedo mai il conto
perchè non ci vado mai...
Faccio troppo conto sulla mia dote di intuizione
e spesso non mi rendo conto delle cose importanti
e poi è troppo tardi
Conto le cose che contano
e l'uniche che mi vengono in mente sono la colcolatrice e il pallottoliere
e comunque sia a volte i conti non tornano.
SI.
30 gennaio 2011
...365 "dì" fb...
19 gennaio 2011
Shhhh tutti zitti ora.
Da quando sono nata abito nella stessa casa.
Nello stesso appartamento.
Nello stesso condominio.
Nella stessa strada.
Nello stesso quartiere della stessa città.
Anno dopo anno, le mie cellule rinnovabili si sono rinnovate utilizzando ossigeno per la vitalità cellulare.
La maggior parte di quell'ossigeno l'ho preso nella stessa casa dello stesso condominio della stessa strada dello stesso quartiere.
Silenziose le mie cellule morte sono cadute a terra, si sono alzate con il vento e sono andate a far parte della terra dove crescono le margherite bianche dei primi soli di fine inverno.
Il mio sudore estivo si è fuso insieme alla nebbia delle notti d'estate ed è ricaduto sulle macchine dalle lamiere fresche parcheggiate.
Il mio sbattere delle ciglia unito al vento estivo ha smosso le fronde dei grandi pini che riparano le case.
Ma solo ora, solo ora, mi accorgo di quanto del silenzio di questo posto io abbia assimilato.
In questo posto stanno tutti zitti, specialmente d'inverno, come stasera, tutti zitti zitti che sembra di vedere attraverso i muri le facce che muovono la bocca ma non producono suoni. Nessuno si arrabbia mai, non si sente mai nessuno che discute a voce alta, a volte qualche saluto ma sempre molto educato.
Sono tutti talmente educati e silenziosi che sembra che non ci sia nessuno.
Zitti zitti.
Tutti zitti zitti zitti.
Le finestre illuminate dalle luci bluastre delle televizioni.
Se riesci a stare sveglio di notte ti senti un dio. Il dio del silenzio. Con la bacchetta in mano puoi orchestrare con i rumori lontanissimi delle macchine sulla strada principale e il treno che passa sul ponte della ferrovia. Pochi rumori anche quelli e flebili.
E ora che son rientrata in casa, dopo aver fumato una sigaretta sul terrazzo, m'è come venuta voglia di fare rumore. Di rompere il silenzio. Di ridare voce a chi la voce l'ha persa e chissà magari fare seguaci.
Riapro la finestra.
Scurreggio.
Speriamo che qualcuno mi abbia sentito.
Buonanotte.
SI.
6 gennaio 2011
Lexotan...
Madonna quante ce n'ha..e lo sputa fòri dalla bocca.
Ora mi arzo, mi avvio lenta e inesorabile verzo la porta der cesso, arzo ir braccio destro e con un picchio violento, ma estremamente controllato, frantumo la vetrata. Silenzio. Per un attimo armeno. Lo spavento potrebbe provocà un infarto. Silenzio. Per molti attimi, a quer punto.
Aaaah beeene.
Oppure urla. Mi guarda e urla. "Oh, cos'è successo mammineee!"...penso "Nulla, mi faceva voglia. Poteva esse un'idea...una SOLUZIONE. Ma non ha funzionato..peccato.". Mi vòrto. Torno ar tavolino, mi siedo, finisco la sigaretta lasciata lì.
Il veleno a quer punto è implacabile.
Mi riarzo. Mi ridirigo verzo la porta der cesso. Senza muovere niente se non i muscoli necessari, stiòcco una pedata con tutta la forza che ho verso il legno della porta. Silenzio. Ancora un attimo.
Niente infarto. SOLUZIONE sbagliata.
La sigaretta è finita.
Mi vesto da karateca. Entro in questo cazzo di cesso. La chiappo per i capelli con una mossa furminea...urla. La lascio. Mi offende. Sorrido. Armeno lo fa per un motivo, questa vòrta. :-)
Continua a respirare. SOLUZIONE sbagliata.
Cucina. Tazzina. La prendo, la tiro in terra muovendo solo ir braccio. "Stiò!". Aaaah beeene. Torno seduta.
SOLUZIONE innoqua e sbagliata.
Mi arzo. Apro ir cassetto. Prendo lo scotch. Senza dire una parola mi vòrto, gli chiudo la bocca. Poi gli blocco i porsi e le caviglie alla poltrona. Si muove. Troppo, è rossa ma niente infarto. Crisi isterica.
SOLUZIONE appetibile ma sbagliata.
Ir veleno è sputato dalla bocca...passa nell'aria...m'arriva all'orecchi. Entra, un c'ho i tappini.
Scrivo. Quanto sarebbe bello spaccà ogni 'osa.
Scòto, scòto, scòto quer capaccio duro.
Nulla di fatto.
Concepimento cerebrale di SOLUZIONI.
M'attaccherà ir veleno. Gli tiro 'na testata.
Aaaah, beneee.
Esco.
Va.
7 dicembre 2010
Sincronicità
Lo ammetto a me Jung m'è sempre stato sulle palle, e Imo lo sa visto che ogni tanto parto a fine serata con dissertazioni filopsicanalitiche che sono solo frutto del sonno, ma deh a vorte succendan cose che un poi che dalli ragione.
Jung diceva che esiste connessione fra eventi, psichici o oggettivi, che avvengono in modo sincrono, cioè nello stesso tempo, e tra i quali non vi è una relazione di causa-effetto ma una evidente "comunanza di significato . La sincronicità è relativa quindi alle coincidenze significative" (fonte wikipedia).
Ora detto in parole povere e semplici le cose un succedono mai per puro caso ma il nostro destino è legato a una sincronicità (siamo tutti nella merda) tra tutti gli esseri viventi.
Ritorniamo a me.
Ieri ero qui, dove sono anche oggi, al tavolo di cucina a mette insieme pezzi della tesi (la più sofferta del globo) e ero veramente sconsola, perchè i pensieri mi vanno via come sabbia tra le mani, velocissimi verso altri pensieri più catastrafici e degradanti fino alla tragedia esistenziale. Ma l'altelena sta tra la tragedia e il comico, tra la tristezza e il ridicolo, tra l'ansia e la presa di coscienza della banalità di questo insulso mio periodo.
Ma ieri ancora non l'afferravo, e rimuginavo nel silenzio della mia periferia umida e nebbiosa, tra il rumore delle zampette svelte der cane der piano sopra e qualche raro suono che viene dai passi di chi sale le scale. In quer silenzio (ah dimenticavo il ronzio der frigo dietro le mi spalle) a un tratto un fischiettare dalla strada, un motivetto che li per li non riconosco, si allontana. Continuo a fischiettarlo, un pezzettino breve il tempo per quello che fischiava di girare l'angolo, ma sentivo che c'era qualcosa. Qualcosa che mi faceva senti meno sola con le mi paranoie esistenzialcreative.
Fiu fiu fiu fiufiurufiufiu....
Un film, è la colonna sonora di un film.
Un film di Verdone, ma ovviamente non mi ricordo quale...
Vado su youtube e inizio a cercare. Dopo vari tentativi la trovo, pigio play e me la gusto...
Si, questa è la colonna sonora di questo momento. E mi fa sta bene, e anche un po' male, come sull'altalena, che quando vai su guardi in alto e quando vai giu ti sente lo stomaco.
Cercate di capimmi.
Si.
IMOcondria
Forse un ve lo ri’ordate bene, forse si, o forse ci siete passati senza rendivene ‘onto… parlo del momento in cui una persona scopre, così, di punto in bianco, di non esse immortale. Imo lo capì tutto d’un botto e sviluppò la triste idea che per sta’ ar mondo bisognasse pagà dei prezzi atroci, nonostante ar tempo ci fossero ancora le lire.
Cominciò tutto con un dolore sordo e persistente nella parte sinistra dell’addome. “No via, dar dottore un ci vado, è solo un mese che mi sente addiritto giorno e notte ma passerà”. Internet ar tempo era ancora fantascienza ma Imo aveva in casa qualcosa di ancora più deleterio, roba che credo abbia rovinato migliaia e migliaia di persone: l’Enciclopedia medica De Agostini.
Poche letture della suddetta e ir gio’o è fatto, scatta istantanea la sindrome dello studente di medicina e tutti i mali der mondo si somatizzano sul tuo corpo. Ma date a Imo un corpo, un bisturi, un filo e un ago e, nel giro d’un quarto d’ora, è capace di farvi un‘asportazione del colon o un trapianto di cosa vi garba di più.
Il dolore intanto non passava e l’enciclopedia l’aveva aumentato ancora di più. Era arrivato il momento der dottore.
Il dottore tastò Imo per qualche secondo e sentenziò :”Sindrome del colon irritabile, cerca di mangiar meglio e di star più tranquillo”.
Star tranquillo? Deciso a dirgli che non c’aveva capito una sega tornò dal dottore che lo rispedì a casa con una confezione di antispastici.
“Non fanno un cazzo” pensava Imo piegato in due dalle contrazioni della muscolatura liscia, “cosa crede! Di fregarmi con dei farmaci fasulli? Lui sarà pure dottore ma io ho l’enciclopedia medica De Agostini e l’effetto placebo dell’antispastici lo conosco”. Un si sa come, ma queste erano le su’ ‘onvinzioni.
“Va bene, ti mando dallo specialista a Pisa!”. Le parole der dottore tranquillizzarono Imo e il su' intestino dolorante, ma per po’o. Lo specialista non sembrava poi così specializzato e dopo una tastata d’un secondo venne fòri anche lui con la sindrome del colon irritabile. “Vedrai era in classe cor mi dottore!”.
Una cosa era sicura, Imo era più irritato der su’ colon. Possibile che uno, anche se è uno che di colon n’avrà maneggiati a centinaia, possa ditti che non hai niente solo toccandoti la pancia con du’ dita a uso ken shiro? L’enciclopedia è la verità, l’enciclopedia è la via.
Imo s’abbandonò all’idea di dové morì, guardava le 'ose e le persone con una luce diversa, come quando si è in vacanza e si sta per tornà a casa, e andava in giro dicendo che la morte non è altro che una tappa della vita, che siamo solo di passaggio in un qualcosa di cui un conosciamo né l'inizio né la fine e cose der genere. Comprassi i pantaloni nòvi? Per cosa? Ne vale la pena far spende dei soldi alla mi mamma? No, no…teniamoci questi belli lisi.
L’enciclopedia parlava di un esame, l’Esame, che poteva togliere ogni dubbio: il clisma opaco, ovvero una radiografia fatta con un liquido di contrasto immesso con una sonda umiliante. “Io lo faccio”.
Noi, siamo i ragazzi di oggi, noi, siamo diversi ma tutti uguali, abbiam bisogno d’un paio d’ali, di stimoli eccezionali.
Tolta la sonda, passato il dolore. Istantaneamente! Per sempre!
Una storia che si rispetti un poino è costituita da ingredienti standard: un’introduzione, un po’ d’aspettativa, il classi’o risvorto originale e, ovviamente, una morale. E allora eccovi la morale, scontata ma vera come come quell’affare di plasti’a che ogni tanto mi si ripresenta in sogno: “Per capì le ‘ose, bisogna anche sapello piglià ner culo!”.
Ma.
26 novembre 2010
Vogon
Sulla porta della segreteria studenti dell'Università di Pisa non c'è scritto, purtroppo, "Don't panic" e chiunque vi entri senza una adeguata guida potrebbe essere colto da molteplici malori.
Io faccio questo di lavoro, e lo farò credo almeno per i prossimi tre mesi. Sono una guida intergalattica attraverso il mondo della burocrazia universitaria. Mi sto ancora chiedendo perchè ho accettato di fare questo lavoro e ogni volta che abbasso gli occhi e guardo il cartellino ben appuntato sulla mia maglietta con scritto "Asssistente di sala", non so se mettermi a ridere immaginandomi con la mascherina a coprirmi la bocca in mezzo a un'operazione a cuore aperto o sdraiarmi in terra, accovacciarmi su me stessa e piangere lacrime amare per aver scordato il mio cazzo di asciugamano!
Come posso io, antiburocrate negata essere finita la dentro? Come posso non guardare quei vetri e non ricordare le mie peripezie nel comprendere quel linguaggio le poche volte che sono finita li nella mia carriera universitaria?
Guardo i vetri, gli addetti alla segreteria un pò nascosti dai riflessi, li scruto meglio, sgrano gli occhi, sarà il sonno ma credo proprio che ora li vedo per quello che sono...dei viscidissimi Vogon!!!!!Li vedo ridere e divertirsi davanti alle domande di laurea presentate in ritardo, un certo godimento traspare nel dover sistemare crediti e esami che il sistema non ha riconosciuto, snoccialare termini complicati, enumerare date e scadenze con una scioltezza che non è umana...non può essere umana, no, ne sono certa.
Nonostante la mia nausea iniziale, e la mia totale ignoranza in materia, è già passato quasi un mese tra le alzate mattutine catastrofiche e il traffico, e vanto ad oggi di non sbagliare più tra una delega e una delibera. E questo per me è gia una bella conquista.
Resta comunque un lavoro del cazzo, e vorrei tanto togliere il sorriso al responsabile dell'ufficio studenti, che quando sono arrivata mi ha chiesto che facoltà facessi, quando ho detto Filosofia, mi ha guardato si è stampato la faccia a presa per il culo dicendo "non siete molto pratici voi filosofi...." e subito dopo mi ha spedito a fare l'assistente di sala....
Panicoooooooo, ne uscirò viva?
Si.
6 novembre 2010
ReBel ReBeL
Da quando ne io ne Ma. abbiamo più Facebook, tutti ci guardano con sospetto.
Tra pochi mesi è sicuro che metteranno una legge per fare le perquisizioni nelle case di quelli defeisbuccati, gli psichiatri lo metteranno come sintomo delle patologia antisociale nel prossimo DSM, qualcuno sospetterà che abbiamo poteri divini...Siamo noi, i nuovi ribelli, nessuno può vedere le nostre foto, sapere cosa facciamo stasera, invitarci agli eventi, nessuno può sapere di che cazzo di umore siamo, detta in breve: SIAMO FUORI COTROLLO!!!
Essendo così dei capelloni dell'anno zero ( non quello di Santoro...) dei fuggiaschi del popolo mediatico, dei partigiani sui monti aspri e freddi...ah no questo no...scusate mi son fatta prendere la mano dalla licenza poetica...dicevo, ora che siamo dei ribelli, come tali subiamo un trattamento riservato e speciale. E così iniziano ad arrivare le prime notizie congetturate...perchè se non si sa cresce ancora più forte la voglia di sapere. E se le cose non le sai, c'è solo un rimedio...inventarsele!!!!
Ebbene si, cari lettori, c'è una novità che non conoscevo neanche io...c'è una voce in giro che mi da in dolce attesa!!!Boh forse magari mi sono anche sposata e ho cambiato paese e guadagno tremila euro il mese...il problema è che lo sanno loro ma a me un me l'hanno dettoooooooo!!
Visto che un vorrei che avessero ragione, quasi quasi oggi mi faccio un bel test...
Buona giornata gente.
Andate in pace e riproducetevi numerosi. Vi do anche la colonna sonora....
http://www.youtube.com/watch?v=Sa6bI_95G9ISi.
P.s: Rebel rebel, we can be heroes just for one day!!!!
24 ottobre 2010
Rosso di sera...
Quante vòrte da bimbetti, e quant' artre da grandi, v'avranno detto: "Oh, nini! se' duro come un ciu'o"...quante vòrte a scuola la maestra v'avrà sberciato dietro: "Si scrive coll'H! popo' di ciu'o!".
Lo scomodare di 'ontinuo la bestia in questione per sottolineà la sua, e inzieme la vostra, rigidità di 'omprendonio, è d'uso comune.
Ma vi séte ma' 'iesti se quest'abuso linguisti'o fosse arméno giustifi'ato nella sostanza?!
Perché se uno sta a guardà, la "durezza" sbandierata sarebbe in realtà "cocciutaggine", che non sottintende propio per nulla l'incapacità a apprendé, anzi!
Magari i ciu'i c'avranno sempre avuto po'a voglia di lavorà e tanta voglia di fassi i cazzi sua.
Arzi la mano chi un si definirebbe tale...
Se poi si vòle scende ne' parti'olari 'ognitivi, ir ciu'o non solo apprende ma è anche di morto più svèrto di tanta gente 'he conosco io.
E' risaputo di 'ome si ri'ordi delle bu'e ner terreno di strade percorse, soprattutto dove ci s'è fatto male, e di 'ome le scanzi alla svèrta e con maestria se ci deve ripassà.
L'esperienza inzegna.
Prati'a per nulla banale, quella d'imparà dall'esperienza, quando si 'iacchera dell'esseri detti "pensanti".
Di fatti è, oserei dì, croni'o nell'omo e nella donna di ri'ascà nelle bu'e della vita più e più vòrte, spesso anche nella stessa.
E tutte le vòrte fassi male nello stesso punto o in punti diverzi, ma sempre di male si tratta.
E' qui che entra in gi'o ir Diavolo.
Ir Diavolo è ciò che differenzia l'omo e 'r ciu'o.
Perché l'anti-dio per eccellenza (<--specifi'o. perché se no in tanti si potrebbero sentì tirati in causa), non va certo a perde tempo co' una bestia che nella su vita c'ha artro che da portà pesi e che 'r peggio che gli pòle succede è di rompisi 'na gamba a camminà tra le zolle e i sassi...
Volete mètte la soddisfazione d'impossessassi dell'elemento "omo", con tutte le su' variabili quotidiane, coll'insidie relazionali e i casini cerebrali?!
No, un c'è gara.
Ed ecco che l'Antiddio insinua la perseveranza nell'errore.
Tradotto in termini pratici: ir vedé la bu'a, pensà ar male che ti se' fatto a cascacci, guardatti gli sbucci'hi e...ributtattici colla rincorsa.
Ecco.
Perseverare è diaboli'o.
dio m'ha fatto un po' bestia. E so contenta. Perché persevero, ma mètto le mani avanti, quindi posso assolutamente affermare dopo un'attenta analisi che:
so impossessata, ma arméno un ho un disturbo dell'apprendimento.
...speriamo...
Va.
18 ottobre 2010
Teorie rivoluzionarie
Con un delizioso sottofondo dell'album degli ZEN "andate tutti affanculo", che è un augurio che non fa mai male, mi accingo a scrivere questo post su richiesta.
Allora, praticamente, il problema è questo qui. Ci son parecchie persone che sottovalutano la potenza di una teoria che ho stipulato con perizia e cura più o meno un quarto d'ora fa. Teoria di portata universale seconda solo alla teoria dei rotoloni regina...che, ovviamente come tutti sapete ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica dopo essere stata pubblicata su riviste quali "La settimana enigmistica" nella rubrica "Lo sapevate che..?" ( no un lo sapevoo), "Il giornale dei misteri", sull' "Informatore coop" e forse anche su "Cronaca vera".
Ma tralasciando le mie particolari glorie, torniamo alla mia nuova teoria.
Si chiama "Teoria della PROPRIETA' TRANSITIVA", ora lo so che siete tutti li a dire che esisteva già, buuuuh prrrrrrrrrr e altre nefandezze rivolte alla mia persona, ma state calmi che il meglio deve arrivà.
Avete avuto relazioni sentimentali andate a puttane?
Vi siete spaccati l'occhi a piange e il cervello è una poltiglia maleodorante che cola dal vostro naso dopo aver passato le nottate a rimuginacci sopra? (mi garberebbe fallo in italiano sto post ma ogni tanto mi ci scappa....!!!)
Lasciare o essere lasciati è ad oggi uno dei dolori maggiormente sentiti dalla popolazione e trovare un degno sostituto dell'appena diventato/a ex sembra essere un'impresa sisifica (se non lo sai chi è sisifo vattelo a cercaaa popò d'ignorante!).
C'avete la soluzione davanti all'occhi e un la vedete nemmeno a indicavvela con un freccione rosso di 6 metri per 6 lampeggiante.
proprietà transitiva : se un elemento di A è in relazione con un secondo elemento ed il
secondo con un terzo, allora il primo è in relazione col terzo ( aRb , bRc → aRc )
Vi è arrivata l'illuminazione a cento watt?
Via se un v'è rivata ve l'accendo io...
Dovete anda a scandaglià prima di tutto tra gli/le ex del vostro/a ex e subito dopo andà a ramestà tra gli/le ex del/la ex del/la vostro/a ex.
Facciamo un esempio pratico perchè lo so che i miei lettori son duri peggio di me quando son dura..e capita spesso ahime.
1)Io sto con Ilio
2)Ilio è una merda e mi lascia
3)Con chi sta ora Ilio?Con chi stava prima Ilio?
4)Con quella svotapalle della Vanda.
5)Bene a sapessi...
6)Con chi stava prima la Vanda???
7)Con Gastone....e altri dumila ma prendiamo lui per l'esempio.
Bene. Anche se a prima vista Gastone un ti garba una sega...per la proprietà transitiva:
8) GASTONE E' L'OMO DELLA TU VITAAAAA
Ora basta però, bisogna che vada a mette ir capo nella diacciaina perchè sento che ho ragionato troppo e potrei risentinne.
Se con questa teoria risolvete qualcosa...beh un fatevi scrupoli a ringraziammi in monete, vi lascio il numero della mia postepay in mail private.
Grazie per la preferenza accordataci.
Si.
11 ottobre 2010
La fiera dell'uccelli
La domanda è: perché svegliassi prima delle cinque der mattino per andà a vedè una gara di ‘anto d’uccelli da richiamo alla fiera dell’uccelli d’un paesino di provincia? E’ vero che una fiera dell’uccelli potrebbe incuriosì parecchi e devo ammette che, in effetti, quella mattina m’è mancato ir coraggio di chiede alla Si quali fossero le sue aspettative. Ma un ci volevo rimané male di mattina presto. A me invece mi faceva venì in mente certi lo’ali che avevo bandito dai mi’ fine settimana di ventenne.. “La fiera dell’uccelli” era per me, e lo rimane ancora adesso, un locale ‘ndove la presenza femminile si avvicinava allo zero e stormi di ragazzotti scapellavano come in una gigantesca voliera. “Com’è quel locale?”…”Bellino, ma par d’esse alla fiera dell’uccelli!!”.
A artri la fiera dell’uccelli potrebbe ri’ordà quarche ragazza orgogliosa de’ propri amanti, a me ri’ordava delle discoteche!
Dopo aver fatto un pezzetto a piedi ar freddo e, appurato che dall’espressioni della Si non trapelasse nessun segnale che la catalogasse ‘ome fiera dell’uccelli, siamo arrivati davanti ar parco della gara.
Deserto. Le persone si ‘ontavano con i diti d’una mano, un bimbo piangeva, rideva e poi faceva ‘r verso der fagiano.
Ci doveva esse un perché a questa diserzione di massa e siccome ir problema un è esse paranoici ma esserlo abbastanza, la prima giustifi'azione ‘he mi venne a mente riportava a tutto l’allarmismo ‘he si scatenò per l’influenza aviaria, quando ir mondo intero entrava ner pani’o per un gabbiano morto in Danimarca o per du’ uccellini ‘on la febbre nelle paludi della maremma. No, un poteva esse questo ir motivo di tale deserto... l’òmini, si sa, hanno la memoria ‘orta, come la pipì d’un pappagallino. E poi non mancavano solo le persone, mancavano anche l’uccelli!!
Un òmino ‘on la mimeti’a ci ‘onfermò che in effetti era sempre un po’ prestino.
Sempre la Si, che ne sa una più der ghiavolo, propose d’andà a aspettà l’alba su una ‘ollina lì vicino.
Prima è venuta una scintilla, poi il sole è venuto su che pareva pagato: in un attimo era già mattina piena. Per un momento, un momento dilatato, mi son sentito anch'io un uccello e ho fatto un paio di giri sulle vostre teste, cip, cip, fate caà, cip. Da lassù ho visto tutta la provincia. Boia com’è bella la provincia, con la su’ gente di provincia, le su storie di provincia, le su' feste di provincia... cose che a stacci dentro ti spaccano i ‘oglioni ma da lassù è tutto un artro discorso.
E ecco la risposta alla domanda dell’inizio: ir piccolo mondo anti’o della provincia aveva emesso ir su richiamo e noi, come i più tordi dei tordi, s’è abboccato in pieno. Però un è stato per niente male. Peccato ho continuato a vedè ir sole per quarche giorno, me lo dicevano d'un fissallo.
Ma.
22 settembre 2010
Com'è brutta la solitudine....
22 giugno 2010
Il Fischione
Fischione (Anas Penelope) è il nome volgare di un uccello acquatico, un anatra anche abbastanza comune, si chiama così perchè il maschio quando chiacchera fai dei fischi potenti, mentre la femmina ringhia...lo so, a noi e a voi lettori ci importa anche una sega, perchè il fischione di cui mi accingo a parlà è qualcosa di più e di meglio.
Ma cos'è allora questo fischione???chi lo sa alzi la mano...lo so siete pochi a saperlo e allora io ve lo spiego per benino.
Partiamo, cari amici, con la descrizione dettagliata dell'atto e di come si svolge.
Intanto si sceglie la vittima. ( meglio se c'evete un pò di 'onfidenza eh).
Allungate il braccio, la mano si mette nella posizione di indicare qualcosa, il dito indice ben eretto mira il centro delle chiappe del destinatario ignaro e si infila prepotentemente il dito nel culo al grido di "fischioneeeeeeeeee".
Ora, io 'apisco, che detta così pare un gesto grezzo e goliardico di basso e cattivo gusto, ma a un'attenta analisi i risvolti di significato che questo gesto trascina con se sono molteplici.
Nelle dinamiche del gesto e nell'attenzione alle tempistiche si nota il suo legame con una filosofia della vita che si rifà ai dogmi di una cultura mediorientale di radice greca. L'uomo si fa dio e satiro e con il suo dito infligge sofferenze inattese, come Pan rimette l'uomo nella condizione di soggiacere alle forze inaspettate della natura, alla sua imprevedibilità e alla sua difficile comprensione e come Pan usa la risata, il gioco e la paura.
E' infatti il momento che fa il miglior fischione. Il povero prescelto, nella sua routine quotidiana, affacendato nel portare la spesa su per le scale, nell'acchinarsi a raccogliere per terra qualcosa che distrattamente è caduto, nello sporgersi a una finestra, nel rientrare in macchina dopo aver fatto benzina, si ritrova con qualcosa che lo risveglia dal torpore, un dito in culo, che gli ricorda quanto la vita possa stupirci con i suoi risvolti improvvisi.
La povera vittima in quel momento si rianima, il sangue circola più velocemente nelle vene, il cuore batte più forte per lo stordimento del gesto ricevuto, il viso si arrossa e si scoppia a ridere o ci si incazza ( perchè c'è anche chi si incazza, tipo quelli che il dio esterno a se non lo digeriscono proprio, quelli che pensano di avere tutto sotto controllo o che il dito in culo li garba parecchio e magari si vergognano a dillo...) ma la cosa è importante è che in quel momento, in quel preciso istante la vita scorre attraverso il dito su per il culo e ti rianima il cervello, una vocina parla e dice:
:_ Ehi tipoooo, hai visto? non eri pronto ne attento, eri rilassato...ma non te l'hanno insegnato che nella vita non ci si può rilassare un attimo? che bisogna avere le antenne dritte e il culo ben parato per campare bene??
Ricordatevelo.
Il fischione prima o poi arriva a tutti e il brutto e il bello è che non sai mai quando arriva. Essere i prescelti per un fischione non è semplicemente essere presi letteralmente per il culo, è fare una palestra gratis della vita, è essere prescelti per una nuova consapevolezza.
Se lo aspetti per noia o per gioia lui non arriverà. Se non lo vuoi...eccolo all'orizzonte.
E allora che dirvi cari lettori, fatevi semidei, fatevi Pan e natura e andate nel mondo a ravvivare le genti...perchè deh... meglio un dito in culo che due.
Si.
25 maggio 2010
Ir nocciolo della 'uestione
Ditelo con i fiori. Ditelo con i fiori una sega!
L’ultima vorta che Imo ha portato dei fiori a una donna è stato ventiuattr’anni fa, un giorno di inizio primavera. Dé, mi'a orell'anno! Imo se ne ‘ndava per i ‘ampi come tutti i pomeriggi dopo avè fatto la lezione in dieci menuti. Nell’erba arta c’era quarcosa che l’attraeva, era un po’ come esse ar mare, cor corpo che sparisce dalla vita in giù e la speranza che cor prossimo passo un si vada a finì in una bua. Ma lui lo conosceva a mente ir fondale e anche senza vedello si moveva disinvorto in automati’o.
Entrò in casa cor mazzo di fiori e erba, su mà stava guardando ir telegiornale dell'otto. Alla vista de’ fiori lei s’imbervì, s’imbervì come po’hi e glieli fece buttà via. Dé, ci rimase ‘osì male che dar quer giorno un’ha più regalato nemmeno la ‘amomilla in bustina, nemmeno velli di prasti'a... pensateci bene quindi prima d'andà a dì a Imo che è po’o romanti’o, o parecchio tirchio, oppure distratto o per niente coinvorto. Pensateci bene perchè un'è vero...
Ditelo con i fiori. Chissà com'è che si dice Mavvaffanculo.
* tradotto dar russo
Ma.
11 maggio 2010
l'Auto- stima
L'autostima è un argomento complicato, c'è chi dice che dipenda da come c'hanno cresciuto i babbi e le mamme, ma è un problema che tocca tanti e di fatti parecchi ci si sono arricchiti a fa corsi e scrive libri (l'ameri'ani per primi...popo di ladracci).
Tutti si prodigano a da consigli a que poveri disperati che s'arzano la mattina e alla prima occhiata nello specchio già vacillano, che escono per negozi e il vòto del portafogli li fa scioglie nella frustrazione di un avè saputo trova un bel lavoro, che schivano gli ex compagni di classe che son tutti sposati e con figlioli e la stascionvegon parcheggiata sotto la casa presa con il mutuo e te che un ti fa più credito nemmeno ir tabaccaio...eviti.
Eviti l'argomento e annaffi a piccole gocce la tua autostima come si fa con i bonsai (che io voglio sapè come si fa a fà campà un bonsai...ma questo è un artro problema).Ti crogiuoli nel far attraversare la strade alle donnine, raccogli passerotti feriti, cambi la strada alle lumache che vanno verso le macchine, ti vanti di aver comprato una maglietta a cinque euro ma che fa figura lo stesso, ammiri la tua arte di vivere con poco e di somigliare sempre di più a uno strano frate ateo e pieno di ideologie...
Ti chiedi perchè le cose se ne vadano a rotoli seguendo discese ripidissime, ti chiedi come poi rimedià, come si pò rialzà di mezza tacca il volume della tua bassissima autostima. Inizi a scavà nel tu passato, indietro indietro nell'anni, rivedi tutte le tu disavventure, le tu figure di merda, l'anni della scuola, ma nulla, un trovi nulla. Niente di così importante che possa esse una ragione valida per spiegà questa catatrofe che t'attanaglia.
Accendi la televisione, parlano de preti pedofili.
Ci rifletti, e pensi che è uno schifo.
Leggi ir giornale, e riparlano dei preti pedofili.
Pare ce ne sia uno ogni 100 abitanti, escan fori come funghi dopo avè piovuto,tutti raccontano le loro storie tristi, e nel quotidiano, sottovoce, vengan fori anche quelle che un si sapevano e che per anni so state nascoste nelle sagrestie delle chiese.
La tua autostima fa un balzino verso il basso, pensi: " ...a me, un m'ha voluto nemmeno un prete pedofilo...."
Con freddezza
Si.
Ir giorno delle pande gialle
Un ve la pigliate se in questo post un ci 'apirete nulla, un siete duri voi! Un ci 'apisco tanto nemmeno io. Dé, lo devo ancora scrive e gia lo so, sarà un post cripti'o 'ome po'hi.
Di motori un c’ho mai ‘apito una sega, per me si movano per delle leggi fisi’he e meccani’he che un conosco e per distingue una macchina dall’artra mi tocca andà a legge ir nome dietro nella targhetta sulla bauliera. Ed è propio di macchine che ho deciso di parlà… eheh, c’è da stà lustri!
Siuramente sarà nominata auto dell'anno. probabirmente lo è già stata ar su’ tempo..ma, senz’ombra di dubbio, la nuova Fiat Panda gialla, ha vinto ‘r premio di miglior ossessione della settimana! E’ risaputo che a’ vertici della Fiat l'uso di sostanze psi’oattive era ‘osa comune, dé, un si pole infatti di’ che c’andavan di scartino. Ma ora ho finarmente scoperto ir perchè! Stavano studiando.. stavano analizzando l’effetti delle droghe per una strategia di mercato: elaborare un prodotto che creasse dipendenza immediata.. una macchina perfetta che ti facesse viaggià sulla terza ‘orsia nell'autostrada della mente! Le guardo passà e un vedo quello 'he vedo di solito quando osservo una macchina, e cioè un mezzo; uno strumento che serve per spostassi da un punto A a un punto B e eventuarmente ritornà anche inghietro. No, vedo artre 'ose, artri firmini che nemmeno ar cineplex.
La macchina è psi’oattiva! me ne sono accorto ieri sera!! (senza scoperta!!) E come tutte le droghe ha i su’ effetti ‘ollaterali... devastanti…stimola la produzione di dopamina e ti ‘onduce a commette follie..! Tutte le vorte ‘he ne incrocio una mi s’arza la temperatura (non quella der radiatore, sia ‘nteso) e mi vanno a fo’o l’orecchi, ir cuore si mette ar posto delle tonsille e mi piglia la voglia di rincorrile. E poi dé, c’è pieno, per la via mi tocca fa finta d’un vedelle ma un ce la fo, mi basta guardalle anche ‘on la ‘oda dell’occhi per poi ritrovammi da tutt’artra parte da quella che era la mi’ meta.
Lo sapevo che un ci ‘apivate nulla, un importa! E’ un problema mio, vedrai devo fa la revisione ar ceppione.